venerdì 30 novembre 2012

la salita di via Mecenate

Ho fatto l'obiettore in un ospizio.

Non ho mai capito perchè ai vecchi in un istituto vengano tolti i propri abiti e convinti ad indossare una tuta anonima  o con scritto "Italia novanta"..
La tuta dovrebbe essere come il costume di Superman, qualcosa che ti da superpoteri , qualcosa che ti dà libertà.

Da bambino vedevo in Marcello Fiasconaro una specie  di  Cristo liberatore, con le scarpe da ginnastica . Se lo guardavi in faccia, lo ricordava proprio. Soltanto era più muscoloso e correva più veloce.
Giocava a rugby, Fiasconaro. Giocava a rugby in Sudafrica, perché era di passaporto italiano, ma lui era nato a Città del Capo, in un paio d'anni diventò campione di atletica e primatista italiano, stabilendo poi il primato mondiale all'Arena di Milano nel 1973.
Fiasconaro per me è stato qualcosa di diverso dai corridori che  salutavano in tivù  con un timido"ciao mama". E' stato un campione  beat che ha vinto correndo con la maglietta di topolino.
Ho scattato questo lavoro in zona via Mecenate. Milano di notte è bellissima, il traffico lentamente si allontana, rimane finalmente la piccola collina da conquistare.