Non riuscivo a scattare a Piccadilly Circus,
Non mi piacevano le facce che profumavano di aereo né i luoghi dei turisti, gli stessi in ogni grande capitale; soprattutto avevo la cupa impressione di non piacere io per primo.
"London kills me" di Hanif Kureishi: son ripartito da lì.
I bordi per un fotografo sono più interessanti del centro. Così sono sceso a sud fino a All Bar Wimbledon.
Lì ho conosciuto Steeve e James, l'amico di Roy, i veri londinesi di oggi, con l'albero genealogico tatuato in viso ed il sangue misto che ribolle nelle vene.
Ecco apparire "The Buddha of Suburbia"
Finalmente sono riuscito a fare il mio lavoro e a riportarlo in Italia
Lavorare col Mirco mi disarma ancor oggi
Un po’ sornione mi parla distrattamente di un servizio da scattare, mentre mi prepara il caffè.
“..mah il lavoro è il solito, niente di complicato, mi piacerebbero delle foto un po’ normali, come se fossero state fatte da mio fratello..”. Io annuisco, faccio spallucce, ma in auto, fermo in coda, la frase mi rimbalza dentro. Con gli anni ho imparato a vederci realtà e leggerezza, ma lì per lì la situazione un po’ mi faceva stare a disagio, mi chiedevo di suo fratello e quale fosse il senso di tutta la mia attrezzatura stipata in auto. Mi faceva incazzare.
Ho iniziato a lavorare con lui ai tempi della Pentax 6x7, il tempo sincro flash a 1/30 non l’ha mai turbato. Poi i primi lavori in digitale a Londra, di notte fermando per strada musicisti, cantanti senza gruppo, i tiratardi di Camden; cercavamo la gente giusta, trovata dovevo farla entrare nelle stanze di carta del catalogo, senza abbellirla, senza metterla in posa.
Lavorare senza rete di sicurezza significa accettare che il lavoro non esca.
“Non voglio modelle con la bocca a culo di gallina” mi ripeteva, anzi a dire il vero penso intendesse dire “non voglio le modelle”. Allora cercavo la semplicità sia fuori che dentro di me. Niente narcismo con la luce, niente “yes, yes, …one more, one more…”, l’ansimare del fotografo davanti alla modella. Immagini pulite e oneste: cercare la verità o almeno essere credibili, ecco questo intendeva quando mi parlava di suo fratello che forse neppura esisteva.