La ragazza
di Kiev
Continuerò a
raccogliere i girasoli nei campi,
continuerò ogni giorno a cambiare
l’acqua dei fiori.
Il passato è
passato ed è sepolto nel mio scrigno: non ti farò mai sapere quanto io fossi
felice quella domenica in cui finimmo tutti
nudi dove il fiume fa la gobba, in gara con i cani su chi arrivasse per primo
alla riva.
Il tuo
ghigno non mi incontrerà: con le unghie strapperò le tue parole di pace, il tuo
maleficio.
Avvolgerò i
mughetti con un filo d’erba, saranno la mia corona. Ballerò stanca le danze del
violino.
Perché ho
uno scudo che mi protegge, un guscio d’acciaio che tu non spezzerai.
Non temo i tuoi
eserciti, io sono mare e scoglio.
Perché la
mia mano armata ha toccato una stella,
lasciando la
bestia al suo abisso.